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Anzitutto, va chiarito che la legge fa riferimento a 25 ore di lavoro dello “studente-tipo”, quindi uno studente con capacità e preparazione adeguate e con sufficienti conoscenze pregresse. Le ore totali includono quelle di lezione. Per i corsi di ingegneria si intende che per ogni ora di lezione servono altre due ore di studio autonomo.  
Può accadere che qualche docente inserisca argomenti non strettamente funzionali al percorso formativo o approfondimenti eccessivi che, se oggetto di valutazione, comportano un carico di lavoro sproporzionato alla taglia del corso. Questo va evitato così come il caso (meno frequente) di corsi troppo poveri di contenuti.  

Il docente avrà il compito di guidare i suoi studenti attraverso materie nuove e spesso complicate. La pagina web, con informazioni chiare e precise, è il suo biglietto da visita, il primo modo di farsi conoscere e apprezzare.

Questa esigenza è ovvia per i corsi a scelta, dato che la scelta stessa avviene anche in base al programma. Ma è ugualmente importante per i corsi obbligatori. Un programma dettagliato e ben strutturato rappresenta una prima mappa concettuale del corso e permette allo studente di orientarsi meglio durante il suo svolgimento. Inoltre, il programma rappresenta una sorta di “contratto” che docente e studenti dovranno onorare; quindi, deve essere il più possibile preciso. 

Lo studente deve sapere in anticipo quale sarà il materiale di studio (auspicabilmente, libri di testo, reperibili presso le biblioteche di Ateneo) e deve poterselo procurare rapidamente. Lezioni e materiale didattico dovrebbero poi sovrapporsi il più possibile in modo che lo studente non debba distrarsi a prendere appunti o studiare su appunti di dubbia provenienza e scarsa qualità. Il materiale didattico deve essere esauriente: le cose dette a lezione si devono ritrovare tutte nel materiale. Se poi, per consentire eventuali approfondimenti, il materiale è molto più ampio del necessario, le parti spiegate a lezione devono essere indicate esplicitamente. 

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